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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

Cronache senegalesi: III parte

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Lunedì si è festeggiata la Festa del Sacrificio, chiamata Tabaski in tutta la regione dell'Africa occidentale, ma anche conosciuta come Eid al-Adha nell mondo arabo. Una delle più importanti feste islamiche, origina in realtà da un episodio che conoscono bene anche ebrei e cristiani. Se nella tradizione giudaico-cristiana Abramo sacrificava il figlio Isacco, nel Corano il figlio di Ibrahim non viene nominato, ma è comunemente identificato con Ismaele, il figlio che Abramo ebbe con Hagar. Nel momento in cui il patriarca stava per pugnalare il figlio, Dio fece apparire al suo posto un montone. Per questo motivo la mattina della Festa del Sacrificio ogni famiglia sgozza un montone in ricordo della vicenda di Abramo e Ismaele. Tradizionalmente poi la carne dell'animale viene divisa in tre parti: una viene tenuta dalla famiglia, le altre due vengono donate ai poveri e ad amici e vicini.  Purtroppo i nostri piani sono stati leggermente scombinati da un imprevisto. Saremmo dovuti...

Cronache senegalesi: II parte

Avevo già programmato di scrivere il prossimo post sulla Tabaski, nome con cui qui ci si riferisce alla festa del sacrificio (in arabo Eid al-Adha) che si festeggerà lunedì, ma ho poi sentito la necessità di dover condividere la mia esperienza con il mondo dell’onirico qui in Senegal. Premessa: sapendo che non sarei stata in un grande centro urbano, prima di partire in valigia ho messo tre libri. Un romanzo e due letture imprescindibili per un’aspirante reporter: “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani ed “Ebano” di Ryszard Kapuscinski. Il primo parla di come nel 1993 Terzani, giornalista per Der Spiegel , abbia per quell’anno rinunciato a prendere aerei dopo che un indovino di Hong Kong gli disse che la sua vita sarebbe stata in pericolo se avesse viaggiato in aereo. Detto fatto, per il tempo di un anno (cinese) l’autore viaggia per la sua amatissima Asia soltanto in treno, in macchina o in nave. Una buona parte del libro in realtà critica la modernità, o almeno la sua “trasp...