Per un 2019 pieno di emozioni (negative)
16 dicembre, domenica.
Dal calduccio del mio Frecciarossa vedo passare le solite campagne e le solite case, le solite strade e le solite fabbriche. L'unica cosa diversa è la foschia, quella che chiama neve, che solo a vederla senti l'umidità gelata che ti penetra nelle ossa. Sono arrivati i primi freddi e giustamente tutti corrono ai ripari. Non è il mio clima ideale, ma rispecchia il mio umore un po' malinconico.
Da quando sono tornata dal Messico a fine agosto l'università mi ha completamente assorbita. Seguire le lezioni, andare alle conferenze per cercare un approfondimento sensato per la tesi, cercare un relatore, inviare curriculum per lo stage... E poi andare in palestra, andare alle riunioni per il volontariato, vedere quell'amica che non vedi da tanto, togliere i denti del giudizio, fare la spesa, ordinare le lenti a contatto per non restare senza, prendersi avanti con lo studio, ignorare il Black Friday perché sai che è solo una trappola del consumismo, perdere il treno, rispondere a quella famosa email... E tra una cosa e l'altra è quasi Natale.
Nel bilancio dato da attimi di gioia e periodi di tristezza/depressione/ansia mi trovo decisamente in deficit. L'ansia per cosa fare una volta finita l'università, la frustrazione di sentirmi bloccata in un Paese che non scommette sul futuro dei giovani, la voglia di scappare dai problemi, la gelosia per chi sta avendo successo nella vita, e non da ultimo un cuore spezzato che deve ancora riprendersi, mi hanno trascinata giù per un baratro del quale non vedo ancora il fondo.
Mi ero convinta che la soluzione a tutti i problemi fosse andarmene il più lontano possibile. Così ho cominciato a cercare mete esotiche per evitare in primis il Natale con i parenti e poi l'organizzazione di Capodanno con i quattro amici sinceri che mi ritrovo.
Dopo qualche vano tentativo di convincere i miei genitori a lasciarmi andare da sola, ho optato per un viaggio organizzato in Iran, e chi mi segue su Instagram sa già che ci sono state varie peripezie da affrontare finché il viaggio non è stato annullato e io sono rimasta a piedi. Colpita dall'ineffabile sfortuna, mi sembrava di lottare contro un destino che non ho ancora minimamente decifrato. "Io a casa per tutte le vacanze non ci voglio stare" era il mio pensiero costante.
Alla fine a casa ci resto la maggior parte del tempo delle vacanze di Natale, che saranno intermezzate da una breve pausa di quattro giorni in Toscana, dove prenderò parte a un ritiro di yoga... Ma vi racconterò tutto a tempo debito.
Ho riflettuto molto su questa mia infelicità costante e ho deciso che la voglio abbracciare tutta. Se sentirsi in ansia accorcia la vita e basta, se l'insoddisfazione data dal confronto con gli altri è sbagliata e deleteria, d'altra parte la rabbia, la tristezza, la malinconia e l'infelicità sono sentimenti che ci ricordano che non siamo robot, che abbiamo bisogno di una pausa, che non possiamo sempre essere i numeri uno, che forse Qualcuno ha in mente dei piani più grandi per noi.
In internet gira quella frase che dice che una freccia viene lanciata lontano solo se prima la si tira molto indietro. Ecco, le mie riflessioni mi hanno condotta alla conclusione che sto solo prendendo la rincorsa per un 2019 che sarà bello o sarà brutto, non importa, sarà comunque un altro anno per cui essere riconoscenti.
Al fine di ritrovare un po' di felicità ho pensato alle cose che normalmente mi rilassano e mi danno soddisfazione. Il blog è una di queste, per cui ho deciso che dal 2019 ci saranno delle nuove sezioni, così per scrivere non dovrò aspettare ogni volta di fare un viaggio (anche perché tra la tesi e lo stage passerà un bel po' di tempo prima di poter lasciare di nuovo Milano...).
Al momento ho pensato a una sezione libri, così da potervi consigliare delle piccole chicche; una sezione attualità, in cui ho intenzione di esprimere il mio pensiero su una serie di questioni di carattere generale (non commenterò le banalità del tipo "Di Maio/Salvini/Conte ha detto che..."); infine una sezione dedicata alle storie di donne e uomini di grande caratura morale. Vi presenterò sia persone che hanno cambiato la Storia, sia le piccole grandi persone meravigliose che si incontrano nella vita di tutti i giorni, ma a volte magari non le apprezziamo abbastanza. E ovviamente resterà una sezione viaggi/esperienze all'estero.
Ci sono altre sezioni che potrei aggiungere? Voi cosa fate quando siete profondamente giù di morale?
Spero che questo post dia anche a voi la possibilità di riflettere su come prendere la rincorsa per un 2019 non necessariamente felice, ma pieno di emozioni che vi facciano sentire vivi.
A molto presto,
Ale.
Cara Ale,
RispondiEliminaio quando sono profondamente giu' di morale cerco di superare la paura di essere giudicata e condivido le mie sensazioni con chi mi vuole bene. Questo ha per me diversi benefici: il primo e' il fatto di sentirsi piu' leggeri, non sei solo tu a dover sopportare il peso dei tuoi sentimenti, il secondo e' il processo di razionalizzazione di quello che ti sta succedendo, spesso scoprirai che e' perfettamente normale e che anche chi pare avere una vita di successo ha avuto o ha tuttora quei momenti, il terzo e ultimo beneficio e' sapere che puoi aggrapparti a chi ti vuole bene e ti assicuro che avere qualcuno che crede in te e' il piu' speciale dei regali della vita.
Inoltre ti consiglio di girarti e guardare a tutte le sfide che hai gia' dovuto affrontare e pensare a come ti sentivi prima e dopo, scoprirai che la storia non si ripete ma va comunque in rime.