Cronache senegalesi: IV parte
Più della metà della mia permanenza in Senegal è passata e siamo quasi alla fine.
La prima annualità del progetto è terminata e a settembre è cominciata la progettazione del secondo anno. La settimana appena trascorsa è stata quindi molto intensa, ci sono stati molti scambi tra personale VIS espatriato (per capirci, le italiane e gli italiani che vivono in Senegal), il personale locale (i ragazzi senegalesi che mettono in atto le attività di sensibilizzazione) e i partner di progetto.
Nei giorni scorsi si è celebrata la festività sciita dell'Ashura, che ricorda il martirio del figlio di Ali (potremmo dire il capostipite degli sciiti) Hussein nel 680 a Karbala, in Iraq. Viene festeggiata il decimo giorno del mese di Muharram, cioè dieci giorno dopo l'anno nuovo (ricordiamo che il calendario musulmano è lunare, per questo le date delle loro festività cambiano di anno in anno).
Come per la Festa del Sacrificio (di cui avevo parlato qui), anche l'Ashura in questo contesto assume delle connotazioni tipicamente senegalesi. In primis viene chiamata Tamkharit in wolof, e invece delle tipiche flagellazioni alle quali si può assistere in Medio Oriente, si festeggia la sera mangiando un piatto chiamato cere. Consiste in una ciotola di miglio con carne (nel nostro caso pollo, anche se temevamo dell'altro montone), verdure e una salsina piccante.
Come per la Tabaski, siamo state invitate a festeggiare a casa di M. insieme alla sua famiglia. E come l'altra volta abbiamo mangiato per terra, intorrno alla stessa grande ciotola di cibo, solo che questa volta noi toubab abbiamo usato i cucchiai per mangiare, mentre M. e la sua famiglia spezzavano il pollo con le mani per lanciarlo dalla nostra parte. Piccoli gesti che fanno parte della famosa teranga (ospitalità) senegalese.
Dopo aver assaggiato il cere nella sua versione classica, la moglie di M. ha aggiunto del latte (in polvere) al miglio. Questa versione prende il nome di cere meo (o qualcosa di simile, chi dice che il wolof è semplice sta mentendo).
Dopo aver mangiato M. ci ha suonato delle canzoni in wolof e noi abbiamo provato a cantargli "La canzone del sole" con pessimi risultati, se confrontati alle sue doti canore.
Dopo aver mangiato M. ci ha suonato delle canzoni in wolof e noi abbiamo provato a cantargli "La canzone del sole" con pessimi risultati, se confrontati alle sue doti canore.
Poco dopo sono arrivati i bambini del quartiere. Infatti la sera del Tamkharit si festeggia anche il Tadjaboon, che è una specie di piccolo carnevale. I ragazzi si vestono da femmine e le femmine da maschi. Così conciati, una volta calato il sole si va di casa in casa a suonare un po' i tam tam (in teoria tamburi, in pratica secchi e qualunque altro oggetto faccia rumore). Si canta, si balla, si racimola qualche moneta e si va passa così la serata. Noi siamo andate a casa prestino, ma tornando a casa in macchina abbiamo visto le strade gremite di giovani e ragazzi.
Nel magico mondo dell'internet non ho trovato molte informazioni sulle origini di questa tradizione, ma vorrei approfondire la nascita del Tadjaboon in Senegal, perché a quanto pare è un'usanza che non si trova nei Paesi africani confinanti.
Vi lascio con uno spezzone dei balli dei bambini di ieri sera.
Nel magico mondo dell'internet non ho trovato molte informazioni sulle origini di questa tradizione, ma vorrei approfondire la nascita del Tadjaboon in Senegal, perché a quanto pare è un'usanza che non si trova nei Paesi africani confinanti.
Vi lascio con uno spezzone dei balli dei bambini di ieri sera.
P.s. Da oggi mancano due settimane spaccate al mio rientro in Italia.
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