25

Fra una settimana esatta avrò vissuto il mio primo quarto di secolo. Come prima di ogni compleanno sento l’eccitazione montare, ma vedo anche la necessità di fare un bilancio, un po’ come tentiamo di fare a Capodanno. Però, a essere sincera, quest’anno mi sento più proiettata verso il futuro che verso il passato.

Che sia chiaro, sono grata degli anni vissuti finora: ho girato mezzo mondo, ho studiato tanto, ho perso e trovato amici di ogni tipo, ho preso la mia dose di bastonate, ma tutto sommato sono stata tanto fortunata. Ma soprattutto ho imparato che chi vuole essere parte della tua vita c’è a prescindere da ogni cosa. Per questi 25 anni quindi mi sono imposta di non correre più dietro a nessuno.

Immersi in un mondo che progressivamente ci sta facendo perdere il piacere dell’aggregazione sociale, avere dei buoni amici presenti al proprio fianco non è così scontato, e trovare chi non ti abbandona lungo la strada non è facile (paradossale, visto che con i social siamo potenzialmente sempre attivi, quindi appunto, presenti). Stessa cosa per quanto riguarda le relazioni amorose: se gli piaci, se ti ama, ci sarà sempre. Al nostro (di noi donne, intendo) insistente giustificare sempre gli uomini, un film ha risposto con un titolo ben chiaro: “La verità è che non gli piaci abbastanza” – poi il finale del film ci illude in ogni caso, ma questa è un’altra storia. Non è perché non ha visualizzato il messaggio, non è perché ha un lavoro che gli porta via tutto il tempo. Chi vuole esserci, ci sarà, punto e stop, così come tu ci sarai per le persone a cui tieni veramente. Perché con la tua presenza stai praticamente dicendo: “rinuncio a qualcosa per me, faccio un piccolo sacrificio per te, perché ti voglio bene”. Semplice, no? In pratica le persone che poi ci sono però quante sono?

Qualche giorno fa un mio amico mi ha confidato di essere giunto proprio a questa conclusione per quanto riguarda le relazioni. Deve essere amore a prima vista, deve essere amore corrisposto subito, altrimenti non durerà. È ovvio che poi bisogna condividere una serie di principi e passioni per cui la relazione possa crescere. Così come è ovvio che trovare la persona giusta non vuol dire che sarà sempre tutto rose e fiori. Ma la persona giusta è quella che dopo ogni litigata torna a prenderti, che non sparisce, che valuta la tua presenza così tanto da rischiare sempre la propria pur di esser-ci.

Perché per noi giovani tra i 20 e i 30 anni è diventato così difficile costruire delle relazioni stabili? Perché abbiamo più libertà rispetto al passato? Perché vogliamo di più? Perché non siamo votati al sacrificio come le generazioni passate, ma siamo viziati, egoisti e svogliati? Chissà…

Forse un po’ egoisti lo siamo. Ci siamo sentiti dire mille volte che viviamo nel tempo dell’”io”. Io sui social, io e le mie scelte di vita (molto più variegate forse rispetto alle generazioni precedenti), io e la mia carriera, io e la possibilità di esprimere la mia identità, io che devo imparare a volere bene a me stessa prima che agli altri. Tutto vero, ma poi a un certo punto devo inserirli gli altri. Sono la prima a credere di doversi liberare dalle relazioni tossiche, da chi ti vuole affossare invece di aiutarti ad arrivare in vetta.

Però alla fine le tue decisioni sono tue e basta. Ed è così che mi sento sulla soglia del mio venticinquesimo compleanno: come se le decisioni che prendo adesso determineranno il resto della mia vita per sempre. D’altronde fra qualche mese metterò il punto finale alla mia storia universitaria, e comincerò un nuovo capitolo. Ma è meglio cominciare con un lavoro o con un master? Con uno stage non pagato in un posto che mi piace o un lavoro ben pagato in una realtà lavorativa alienante? Ma poi devo restare in Italia mentre tutti i miei amici, molti dei quali meno dotati di me, sono già all’estero? Per chi lo faccio, per me o per chi mi vuole bene?

E poi infine, un’altra domanda fondamentale: come lo riconosci quello giusto, come fai a capire di non esserti innamorata del tuo ennesimo trauma, dell’ennesimo Barbablù che vuole soffocare la tua natura di Donna Selvaggia (questo lo capirà solo chi ha letto “Donne che corrono coi lupi”)? Perché anche questo può sembrare banale, ma ci ricadiamo sempre tutti, e ogni volta che finisce una storia ci ripromettiamo puntualmente “mai più, basta”, eppure…

Allora per questi 25 anni mi auguro di liberarmi da quelle catene, da quei condizionamenti, che ancora mi tengono troppo vicina a terra. Ci auguro che riusciamo tutti a trovare la nostra strada, e a trovare qualcuno che ci meriti e ci ami come si deve. Ci auguro di reinventarci anno dopo anno, ma di esser-ci sempre.

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